Si mangia per vivere, non si vive per mangiare

Si mangia per vivere, non si vive per mangiare
Si mangia per vivere, non si vive per mangiare

giovedì 22 marzo 2012

Buoni, caldi, morbidi come le donne del Sud

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Sono appena le sette del ventesimo giorno dal mio infortunio sugli sci. Quanto amo queste ore mattutine, quando la mia casa addormentata è avvolta nel silenzio e gli unici suoni sono i cinguettii provenienti dal giardino. In questi giorni poi devo ammettere che gusto ancora di più questo momento, e benedico il fatto di svegliarmi sempre presto, per godere di questa solitudine incantata, mentre sorseggio il mio bidone di caffè senza la maledetta fretta che contraddistingue la mia vita di sempre. Dopo un inizio disastroso in cui ho maledetto le grucce, il tutore, l’arresto forzato della mia vita, ora mi sto gustando i lati positivi che sono, perbacco, niente male! Posso far tardi quanto voglio senza il pensiero della sveglia al mattino, posso dedicarmi a cose che non ho mai il tempo di fare (e non parlo solo del blog), in casa faccio il minimo e sono giustificata, e penso a me stessa, per una volta, senza sentirmi in colpa. Soprattutto, non mi sento in affanno, sensazione che purtroppo accompagna gran parte della mia esistenza. Infine sono molto coccolata, il che non è niente male, perfino dalle mie figlie.
Insomma tutto questo bla-bla per dire che anche nelle situazioni più antipatiche un lato buono c’è. Tra i lati buoni, pensare. Non sempre è un lato buono. Anzi spesso non lo è. Ma mi sforzo di pensare a cose belle, e tra queste, il contest di Stefania che questo mese ha per tema le donne straordinarie, quelle da cui prendere esempio, quelle che hanno lasciato un’impronta sulla terra, quelle che hanno lasciato un segno nella storia. Inizialmente pensavo di marinare questo appuntamento un po’ per l’infortunio e un po’ per la mancanza di idee dovuto ad un umore non proprio felice, però da un paio di giorni penso molto a quali sono le donne straordinarie a cui vorrei ispirarmi. La scelta è davvero infinita. Come non pensare a Rita Levi Montalcini ed a Margherita Hack? Come non pensare a Madame Curie, a Florence Nightingale, a Giovanna d’Arco, a suor Teresa di Calcutta, ed a tante, tantissime altre donne che per un motivo o per un altro meritano di essere chiamate straordinarie? La difficoltà, almeno per me, sta nell’abbinare una di queste donne al cibo… ed è una difficoltà non indifferente, che nasce anche dalla mia secolare pigrizia nei confronti dello studio della storia, che mi impedisce anche in questo caso di fare una ricerca seria. Stamani però i miei pensieri sono scivolati oltre le teste di questi miti…. per atterrare vicino a me, su donne che non hanno segnato la storia, ma che un’impronta sulla terra e nel mio cuore l’hanno lasciata eccome. Donne del sud, che la loro vita l’hanno vissuta o la vivono con un coraggio che solo straordinario si può chiamare, che hanno affrontato le difficoltà col sorriso sulle labbra, con forza e solidarietà sempre pronti. Donne di un tempo che sembra tanto lontano e che non lo è, cresciute in epoche difficili, quando l’unico complimento che una donna potesse ricevere riguardava il modo in cui mandava avanti casa e famiglia; donne come mia nonna Adele, che io chiamavo Nonna Sprint, una donna che in guerra, per soccorrere quello che credeva il marito ferito, ha corso come una pazza sotto una pioggia di bombe, e che mi ha amata come e più di una figlia fino al suo ultimo respiro; donne come mia zia Angela, affetta da una malattia che le ha reso difficile molti giorni della sua vita, ma che non ha mai perso il suo sorriso dolcissimo, la sua invincibile allegria, e un amore per la vita che ti faceva innamorare irrimediabilmente di lei;  donne come mia madre, che giovanissima ha lasciato il suo mondo e la sua bambina nata da poco per emigrare insieme a mio padre e cercare insieme a lui un futuro migliore per me e per i figli che sono venuti dopo: cittadina italiana nel mondo, si è piegata ad una nuova vita, ad una nuova mentalità, alla doverosa umiltà di un’ospite in terra straniera, ma senza mai perdere la sua grinta che l’ha portata ad esempio, nei nostri anni da emigranti in Svizzera, a lottare per organizzare insieme ad altre mamme una scuola di italiano per noi bambini che stavamo crescendo parlando francese: quanto ho odiato quei sabato pomeriggio a scuola di italiano, in quell’aula che già frequentavo tutte  le mattine, di sabato pomeriggio mentre i miei compagni di classe erano finalmente liberi… ma quanto mi è servito aver frequentato quelle lezioni!
Sarebbe tanto lunga la lista dei miei ricordi più teneri, più importanti, più significativi, ma so che lo sono solo per me, e dovrei scrivere un romanzo per spiegare perché queste donne, le donne antiche della mia famiglia sono per me straordinarie nel loro anonimato.  E’ a loro che avrei voluto dedicare la mia ricetta partecipante al contest di Stefania. A loro, perché senza di loro io non sarei quella che sono. A loro, le donne della mia famiglia napoletana sparpagliata per il mondo, queste donne stupende che in parte se ne sono andate ma vivono nel mio cuore, nei miei ricordi, nella mia nostalgia.
Nelle regole del contest però c’è scritto che non si possono coinvolgere mamme nonne zie…. per straordinarie che siano. Ma posso mai cancellare tutto quello che ho scritto? No davvero. Però… c’è lei. Una donna napoletana, un’attrice straordinaria, la cui disinvoltura nel recitare, la cui gestualità così tipica, mi ha sempre ricordato in modo quasi doloroso alcune delle donne di cui ho parlato.

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imagesPupella Maggio, attrice di teatro spesso al fianco di Eduardo De Filippo, ha contribuito a fare di alcune opere di Eduardo dei veri capolavori, degli spezzati incredibilmente veritieri della vita della Napoli di tutti i giorni, quella di persone come i miei genitori, quella delle donne forti e pur pazienti della mia vivissima Napoli. In “Natale in casa Cupiello” ti fa entrare in casa sua, ti fa vivere con lei le difficoltà della sua vita, in perenne lotta tra un marito un po’ svampito ed i figli che adora ma che le regalano un dolore dietro l’altro. Eduardo è straordinario, ma non lo è meno lei, meno famosa di lui ma non meno brava a rappresentare le donne generose della mia Napoli. Ho rivisto questa meravigliosa opera teatrale non più tardi di due giorni fa, adorante come sempre di fronte a questo dialetto che adoro, alle espressioni che mi ricordano la mia infanzia, a quel tenero presepio motivo di discussione tra donna Concetta e Lucariè. Pupella Maggio in questa opera è semplicemente inimitabile. Ti regala lacrime e sorrisi con una bravura commovente.


Da guardare fino in fondo… due artisti inarrivabili
Un sogno terribile e macabro, ma lei… stupenda.
Se n’è andata da molti anni, ma nel mio cuore è sempre viva, tenera, bravissima, straordinaria. E la ricetta dedicata a lei non può che essere napoletana… di quelle ricette il cui profumo mi proietta nell’infanzia, quando mamma zie nonne si riunivano e cucinavano tutte insieme, era la regola quasi ogni domenica, ed ogni domenica era una festa. Ne uscivano spesso capolavori per il palato, a volte con pochissimi e poverissimi ingredienti. Avrei solo l’imbarazzo della scelta….. ho pensato alle zeppole di san Giuseppe, che si fanno di questi tempi, ma quelle sono dedicate agli uomini, non alle donne. Ho pensato alla pizza, la buona pizza napoletana che tutte le donne napoletane sanno fare, alle lasagne con le polpettine di carne all’interno, e poi alle meravigliose pastiere nate dalle mani di queste fantastiche donne, ed al tortano dell’altra mia nonna, nonna Anna da cui ho preso il nome, ed anche alle sfogliatelle lisce… e poi i maccheroni al forno, e la pizza con la scarola, e la frittata di spaghetti, e pasta e patate, pasta e cavolfiori, e il babà, e i panzarotti….. i panzarotti…..
I panzarotti!!!!!!!!! Quelli, sìììììììììììì!!! Telefonata di corsa, mamma mammina, la tua ricetta dei panzarotti, ti prego, ma come un po’ di quello, un pugno di quell’altro, uova, quante uova mamma, quante patate, ma come a occhio, ma come facevate a farli così buoni, a occhio tutto??????
A occhio…… ma come si fa??? Io maniaca del grammo, io che mi scrivo ogni correzione delle mie ricette…. però è vero, questo mi succede da quando cucino senza glutine. La mia bacheca in cucina è zeppa di foglietti con ricette corrette: 100 gr 90gr definitivo: 85 gr!!!   Ma i panzarotti forse posso provare a farli senza dosi…. le dosi le scrivo io se mi vengono bene. E così…. son partita all’avventura dei panzarotti,  chiamati anche crocché di patate, dedicati a Pupella Maggio ed a quel buon profumo di infanzia e di Napoli.
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Ingredienti per 25 panzarotti: 1 kg di patate, 2 uova, 100 gr di parmigiano o altro formaggio a scelta, sale, pepe, prezzemolo, 200 gr circa di mozzarella ben asciutta (io uso quella da pizza) o di scamorza affumicata, pangrattato (io uso il Nutrefree).

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Procedimento: lessare le patate con la buccia in acqua salata, farle intiepidire, sbucciarle e passarle con lo schiacciapatate. Aggiungervi le due uova sbattute, il prezzemolo, il parmigiano, il sale ed il pepe, ed amalgamare bene tutto. Ne deve risultare un impasto bello sodo, se non lo fosse si possono aggiungere un cucchiaio o due di fecola di patate (da prontuario per i celiaci), ma se le patate sono a pasta gialla o comunque non novelle, non succederà.
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Con le mani inumidite, prendere una cucchiaiata di impasto, inserirvi un pezzetto di mozzarella o scamorza affumicata, formare dei cilindri di impasto e depositarli su un vassoio. Attenzione, la mozzarella dev’essere ben inglobata nell’impasto, altrimenti durante la frittura il panzarotto si aprirà.
A questo punto se si ha fretta, rotolare ogni cilindretto nel pangrattato e friggere. Per un risultato ancora migliore, infarinarli con farina di riso o altra farina che non venga assorbita molto (io ho usato la DS) , passarli in un po’ di albume d’uovo e poi nel pangrattato. Verranno più asciutti e croccanti.
Friggere in abbondante olio di arachidi, posare su carta assorbente, servire caldi.
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I panzarotti…. caldi e buoni come lo sono le donne del Sud, croccanti e sodi all’esterno ma con un cuore morbido morbido… e completi, come loro, perché questo può essere un piatto unico, basta un po' di insalata e la cena è pronta.

Li avrebbe graditi Pupella i miei panzarotti? Io credo di sì, a quale napoletano non piacciono?…  spero comunque più di quel capitone, di cui dice nel secondo atto della mia commedia preferita “a me, mi fa proprio schifo, ma piace a Lucariello, e allora glielo cucino”… Io credo proprio che si sarebbe…

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… leccata i baffi!
Vero Eduardo?
  Sorriso

E come se non fosse abbastanza chiaro, senza nessuna speranza di vincere ma felice di partecipare, con questa ricetta mi aggrego…

banner donne straordinarie gf

…alle “Donne (st)raordinarie” di Stefania ♥






17 commenti:

  1. Tesoro, e io ti ringrazio perché ti sei messa in gioco pure in un momento così difficile per te ("sopra una gruccia"); ti sei messa in gioco facendoci scoprire il tuo mondo così bello seppur così triste; ti sei messa in gioco pensando ad una grande donna, un po' più conosciuta, ma sicuramente tanto vera quanto le donne della tua famiglia e come te!
    Lo sai che anche da noi a Palermo si chiamano crocchè? E sono certa che Pupella le avrebbe apprezzate, chi non le apprezza?

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    1. Scusa il ritardo con cui rispondo, e grazie di nuovo a te Stefania, perché l'ho scritto di getto, ho eseguito la ricetta di getto, e non lo avrei fatto senza lo stimolo della tua iniziativa.

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  2. questo post è uno spettacolo anna, e siamo tutti, non solo tu, fortunati che sei a casa, così puoi scrivere queste cose favolose.
    bellissimo il post, la dedica, le foto, bellissima la ricetta.

    una nota divertente. quando scrivi che aggiusti le dosi delle ricette,
    farina 110 NO g 90 NO g 85
    mi ci sono riconosciuta tantissimo, davvero noi sglutinate siamo costrette proprio a fare così :-)

    grazie di questo bellissimo post

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    1. Gaia mi imbarazzi, però sono contenta quando i post che scrivo con il cuore, e non solo per condividere una ricetta, vengono capiti ed apprezzati. Un bacio ♥

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  3. Grande Anna! W le donne del Sud. Dopo tutta la tua intro alla ricetta la mia parte del Sud paterna s'è risvegliata! Che voglia avrei di far una scappata a Monteroduni (IS) e farmi il giro obbligatorio di inviti tra i vari parenti dove assolutamente DEVI mangiare!!!

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    1. A chi lo dici Cristina.... io ho una nostalgia di Napoli che rasenta il dolore.

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  4. Mi sforzo anche io di cercare sempre un lato positivo nelle cose. Ogni tanto non ci riesco subito. Ma lo capisco dopo . Con il tempo.
    Ora non ho fame ma più tardi passo a prendermene uno. Mi raccomando lo voglio bello caldo! buon we

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    1. Bisognerebbe poter vivere due volte... peccato non ci sia concesso. Ciao Emanuela, se mi leggi buona Pasqua :)

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  5. Evviva gli infortuni, le gravidanze a rischio e le pause forzate; ci accorgiamo solo in questi momenti di quanto stiamo sprecando la nostra vita correndo. A volte io e una mia amica pensiamo di chiedere un "ricovero per accertamenti" di qualche giorno per staccare ;))
    Io sono una donna del Sud ma di quelle moderne, che si lamentano spesso e si sentono stanche per una giornata di lavoro. Mia nonna era proprio come la tua: lavorare in casa dalle 3 del mattino con 7 figli da sfamare, la povertà da gestire e una vita che sicuramente era molto più faticosa della nostra e tutto...senza un solo lamento!
    Fa riflettere :) Buon week-end carissima

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    1. Anna Lisa scusa il ritardo, quando ho scritto il post avevo fin troppo tempo ma sono stata riproiettata nel mio solito mondo frenetico :)
      Ieri ho cercato e guardato il video della tua partecipazione a cuochi e fiamme.... ti ho trovata carinissima, peccato per i troppi agrumi altrimenti avresti sicuramente vinto. Comunque una bella esperienza, dai.
      Se mi leggi buona Pasqua :)

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  6. un post meraviglioso! le tue crocchette sono perfette, ma non c'erano dubbi! mi ha messo malinconia questo post, se passassimo più tempo a parlare bene delle persone (come hai fatto tu con i tuoi cari più o meno vicini) invece che criticarli, sfotterli etc..il mondo sarebbe più bello e ci sarebbero più persone gentili e dolci come te! un abbraccio :-X

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    1. A me mette malinconia pensare alla mia famiglia dispersa ai quattro lati del mondo.....
      Grazie dei complimenti, sei sempre molto carina :)

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  7. Ciao Anna!
    Un post commovente e pieno d'emozione!! Mi è piaciuto moltissimo! :)

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  8. Il tuo post mi ha profondamente commossa e posso solo ringraziarti di cuore!!!!

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  9. Scusate, ma vorrei sapere come fare i calzoni con mozzarella e salame senza glutine in casa, al forno e fritti, qualcuno sa la ricetta?

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