Si mangia per vivere, non si vive per mangiare

Si mangia per vivere, non si vive per mangiare
Si mangia per vivere, non si vive per mangiare

mercoledì 4 dicembre 2013

Auguri dottoressa :)

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Mia cara meravigliosa figlia,

Avrei dovuto e voluto scriverlo prima questo post… Sono passate più di tre settimane dal giorno in cui con la voce un po’ rotta per la tensione ma determinata e preparata hai discusso la tua tesi e sei diventata dottoressa in Scienze dell’Infanzia. Un giorno che ha chiuso un ciclo della tua vita, un lungo periodo in cui con volontà ferrea e qualche crisi hai portato avanti il tuo progetto, forte e decisa malgrado le tante avversità, anni in cui ti sei alzata all’alba e con qualunque tempo hai affrontato il viaggio in treno che ti portava a cento chilometri di distanza, anni in cui hai vissuto con la paura degli esami, in cui hai passato giornate intere sui libri, ed hai vissuto ansie che si alternavano ai momenti di autostima che ogni esame superato ti regalava… Ed ecco finalmente arrivato il giorno ics, tu tesa ed emozionata, io con il groppo in gola mentre ti ascoltavo parlare come se tu non avessi mai fatto altro nella vita che discutere una tesi, orgogliosa di te, di questa figlia caparbia testarda e dolcissima, questa bambina che devo smettere di considerare bambina, e questo post vuole sì essere la spiegazione di una torta, ma vuole soprattutto dirti brava, brava Erika, brava mia piccola dottoressa, sono terribilmente, terribilmente fiera di te!

Mamma

Eccola la torta…. solo un piccolo tributo alla forza che ha dimostrato  mia figlia, il mio modo per dirle brava, per darle il mio augurio e cercare di rendere ancora più bello quel giorno magico.
Come avevo già fatto per la torta libro dei 18 anni della mia figlia più piccola, ho seguito quasi fedelmente questo tutorial.

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La ricetta.

Ho usato due basi della classica torta allo yogurt.

Ingredienti: 1 vasetto di yogurt bianco, o alla vaniglia consentito, 2 vasetti di zucchero, 3 vasetti di farina DS, 1/2 vasetto di olio di mais, 3 uova, 1 bustina di lievito consentito, scorzetta di limone.
Procedimento: Montare a neve gli albumi con un pizzico di sale. Lavorare insieme  tuorli, yogurt, zucchero e scorzetta di limone. Aggiungere l'olio, far amalgamare bene. Incorporare la farina un po' alla volta, poi il lievito setacciato. Aggiungere infine gli albumi senza farli smontare.
Versare nella teglia (in questo caso rettangolare), infornare a 180°C per 30-40 minuti circa. Far raffreddare bene prima di tagliarla.

Per la farcitura ho usato una crema al cioccolato fondente.

Ingredienti: 1 litro di latte, 3 uova, 6 cucchiai di zucchero, 3 cucchiai colmi di farina (io uso la Maizena o la DS, che non lasciano retrogusto), vanillina, scorzetta di limone. Cioccolato extra fondente consentita (io uso quella svizzera Esselunga) 300 gr.
Procedimento: mettere tutti gli ingredienti in una pentola adeguata, mescolare bene, cuocere a fuoco moderato senza smettere di mescolare. Appena la crema si è addensata ed ha iniziato a bollire, togliere dal fuoco. Aggiungere a questo punto il cioccolato tagliato a pezzi e farlo sciogliere bene nella crema mescolando.
Chi ha il Bimby può versare tutti gli ingredienti escluso il cioccolato nel boccale, applicare la farfalla ed impostare la temperatura a 90°C, il tempo a 11 minuti e la velocità a 3. Una volta pronta la crema, aggiungere il cioccolato a pezzi e far lavorare ancora per un paio di minuti a velocità 1.
Per bagnare la torta ho usato uno sciroppo preparato con: 500 ml , 5 cucchiai di zucchero, 1/2 bicchierino di rhum. Si porta ad ebollizione l’acqua con lo zucchero, si spegne e si aggiunge il rhum. Si usa ovviamente freddo.
 
Per la pasta di zucchero ho usato la mia solita ricetta:

Ingredienti:
500 gr di zucchero a velo (io ho usato quello vanigliato di marca Colombo)
50 gr di miele (ho usato un ottimo millefiori biologico)
6 gr di gelatina in fogli (garantito senza glutine, c’è ancora bisogno di precisarlo?)
30 gr di acqua
16 gr di burro
Procedimento:
Mettere la gelatina a pezzetti nei 30 gr di acqua
Versare lo zucchero a velo nel robot e far girare solo con lo zucchero per togliere eventuali grumi
Sciogliere il miele nel microonde o a bagnomaria
Sciogliere il burro senza assolutamente farlo bollire
Sciogliere anche la gelatina a bagnomaria o nel microonde dopo che si è ammollata bene
Mescolare miele, burro e gelatina liquefatti e far amalgamare bene, scaldandoli ancora se necessario ma senza mai farli bollire.
Versare il composto ottenuto nel robot insieme allo zucchero a velo e lavorare il tutto a bassa velocità fino ad ottenere un impasto molle. Versare sul piano di lavoro un altro p'o’ di zucchero a velo e trasferire la pasta di zucchero tiepida e sicuramente troppo molle. Lavorarla leggermente con lo zucchero ed aspettare che raffreddi bene prima di iniziare a lavorarla o a colorarla.

Coloranti senza glutine in polvere, marca Graziano o Rebecchi.

Infine la ganache a cui far aderire la pasta di zucchero, fatta con 400 gr di cioccolato bianco sciolto in 100 gr di panna fresca. Basta riscaldare la panna e sciogliervi il cioccolato, ed usare il tutto quando è ben freddo.

Il mio consiglio: fare la base, la crema e la bagna almeno il giorno prima. La pasta di zucchero si può fare con largo anticipo, e le decorazioni vanno fatte qualche giorno prima in modo che siano ben asciutte al momento di “incollarle” sulla torta. Per farle aderire bene basta inumidire la zona da appoggiare sulla base.

La costruzione del libro:

Ho usato più o meno lo stesso metodo di questa torta: entrando nei particolari, togliere la crosticina dalle superfici, tagliare le due torte in due strati, bagnare  la base con lo sciroppo e ricoprirla di abbondante crema al cioccolato. Posarvi il secondo strato e ripetere bagna e farcitura. A questo punto usare una delle due parti dell’altra base per ricavarne delle strisce sottili da applicare sulla torta come vedete in foto. Bagnare anche queste strisce e ricoprire di crema

 
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Tagliare in due parti lo strato ancora intatto della seconda base e posarle come da foto. Le mie come vedete si sono rotte, ed ho utilizzato abbondanti briciole per pareggiare.

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Piccolo trucco imparato vagando per internet: per non sporcare il vassoio ed il centrino di carta su cui ho appoggiato la torta: ho ricoperto con pellicola la parte sporgente. Quando avrete finito di ricoprire la torta, basterà togliere la pellicola delicatamente.
A questo punto, ricoprire tutta la torta con la ganache, pareggiando le imperfezioni.
Stendere con un matterello della pasta di zucchero bianca o appena colorata di giallo avorio. Applicare prima i bordi, su cui avrete fatto con la punta di un coltello o con una rotella liscia dei solchi che andranno a riprodurre le pagine chiuse.
Per le pagine arricciate, ho seguito il tutorial già segnalato. Per le rose ho usato il mio solito metodo, per cappellino e pergamena un po’ di fantasia e manualità.

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Una volta finita, ho preparato un po’ di polvere colorata mista a un goccio d’acqua in un piattino ed ho spennellato i bordi delle pagine per simulare i segni di usura di un vecchio libro. Con lo stesso colore ho fatto le scritte, usando un pennello finissimo.

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Lontanissima dalla perfezione, sono comunque molto soddisfatta del risultato. Finita di preparare la sera prima, ha retto senza problemi alla giornata in frigo, al trasporto sul luogo del rinfresco ed al caldo dell’ambiente.

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A questo punto dovrei dire che era anche molto ma molto buona e che gli ospiti si sono leccati i baffi….. ed è vero. Però stavolta preferisco chiudere questo post con qualche foto particolarmente significativa per me.

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Ancora un po’ tesa, subito dopo la discussione

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Con gli amici più cari

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Con sua sorella e l’inseparabile amica del cuore (della sorella)

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Emozionata di fronte al regalo collettivo, che le permetterà di fare un viaggio a New York!

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La gioia di una figlia….. c’è qualcosa di più bello?









giovedì 10 ottobre 2013

Pasta con sugo al filetto di scorfano

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Ho ricevuto qualche mese fa un campionario di pasta Garofalo da assaggiare. Come chi mi segue sa, io non amo le collaborazioni, ma sono in contatto con la Garofalo perché i suoi intenti meritano attenzione. Citando alla lettera le parole che mi sono state scritte: “Il nostro obiettivo è arrivare a poter dire che il nostro prodotto senza glutine sia identico a quello glutinato, semplicemente con un sapore diverso, come abbiamo fatto per la pasta integrale. Mentre però siamo riusciti a farlo con l’integrale, per il gluten free abbiamo raggiunto un livello eccellente se paragonato all’attuale offerta presente sul mercato, ma che noi non riteniamo ancora soddisfacente. Stiamo imparando a conoscere questo prodotto e le sue metodologie produttive e per questo abbiamo piacere di avere un confronto con chi riteniamo abbia le caratteristiche per darci uno spunto propositivo”.
Negli ultimi mesi ho trascurato molto questo blog, che però è rimasto nei miei pensieri. Così un paio di volte, nell’usare la pasta che mi era stata inviata, ho deciso di fotografare i risultati nella speranza di avere prima o poi di nuovo il tempo e la voglia di pubblicare un post se fossi stata soddisfatta del sapore di questa pasta. E dato che così è stato, eccomi a pubblicare una ricetta gustosa e semplice, ed a fare un complimento sincero alla Garofalo.
Sfilettare il pesce è una piccola sfida che vale la pena di affrontare, ma ovviamente niente vieta che lo si chieda al pescivendolo. Io ho imparato a farlo da sola, non sempre con risultati eccellenti, ma con un buon coltello affilato la cosa non è poi così difficile. Per chi ci si volesse cimentare, consiglio QUESTO breve video.
 
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Una volta aperta e pulita la zona ventrale , passare col coltello ben affilato da sopra la  schiena verso la lisca e da testa a coda seguendo il verso delle spine, in questo modo sarà più semplice ricavare i filetti.  La pelle viene via facilmente con l’aiuto di un coltello più piccolo.

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La ricetta del sugo per 6 persone:
Ingredienti: i filetti ricavati da uno scorfano intero di misura media, olio, aglio, pomodorini maturi o una buona polpa di pomodoro pelato, vino bianco, sale, peperoncino, prezzemolo tritato.

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Soffriggere l’aglio col peperoncino, aggiungere lo scorfano tagliato a pezzi di un paio di centimetri, poi sfumare con vino bianco.

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Aggiungere i pomodorini a pezzetti, aggiustare di sale e portare a cottura (8-10 minuti).
Condire la pasta a piacere polverizzando con prezzemolo tritato.

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Ho usato un formato di pasta non ancora in commercio, che dovrebbe però essere in vendita tra poco. Ha retto bene la cottura, non si è né rotta né scotta, ha un buon sapore… insomma a me è piaciuta e spero di trovarla presto sugli scaffali del supermercato, in modo da potermi…

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…Leccare i baffi!!!




mercoledì 28 agosto 2013

Marmellata di more



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Questo post, più che la descrizione di una ricetta, vuol essere un ringraziamento ed un piccolo omaggio a Marisa, una bella signora che da molti anni ogni estate prepara una buona marmellata con le more colte di persona. E’ infatti a lei che mi sono rivolta quando ho avuto la fortuna di ritrovarmi una quantità tale di more da desiderare, anziché mangiarle, di farne marmellata. Ho fatto molte marmellate nella mia vita, ma mai di more, e mi servivano consigli.

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Forse le informazioni che mi ha dato Marisa su come procedere avrei potuto trovarle in internet, ma avevo motivo di credere, ed i fatti mi hanno dato ragione, che con la sua guida sarei riuscita a fare una marmellata perfetta.

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(notare il piccolo ospite in alto a sinistra... le gioie della campagna!)

Da qualche mese abito in un paesino dell’entroterra pisano, dove basta fare pochi metri a piedi per ritrovarsi nel verde, a ridosso di un basso monte dove facilmente si trovano piantine di aglio selvatico, rovi di more, fichi e molto altro. Pochi giorni fa nel corso di una lunga passeggiata mi sono ritrovata a cogliere a piene mani more mature al punto giusto, e dopo la telefonata a Marisa mi sono messa all’opera per farne una delizia da assaggiare in quei mesi in cui le passeggiate nel verde saranno un po’ più complicate da fare rispetto ad oggi, e sentirò un po’ la nostalgia dei profumi che offre questo posto sotto il sole.

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La ricetta:
Ingredienti: more e zucchero. La quantità di zucchero viene decisa dopo il primo procedimento.
Primo procedimento: mettere in una pentola le more ben lavate e farle cuocere a fuoco lento finché non si disgregheranno un po’. Farle intiepidire, poi passarle nel passaverdure usando il colino più stretto, in modo che i semi dei frutti non passino. Lavorare finché dai semi non uscirà più neanche una goccia di succo e polpa. E’ la fase più noiosa ma anche la più importante, e ridurrà a circa la metà il peso iniziale delle more.

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Secondo procedimento: pesare le more passate, rimetterle nella pentola ed aggiungere metà dose di zucchero rispetto al peso delle more. Le mie more passate pesavano 400 grammi, quindi ho aggiunto 200 gr di zucchero. (Piccola parentesi: a me le marmellate non piacciono molto dolci, tanto che qualunque frutta io usi tendo a mettere circa la metà di zucchero rispetto al peso della frutta, niente vieta ovviamente che se ne usi di più, le ricette tradizionali parlano di uguale quantità di frutta e zucchero…. a me sembra davvero troppo, e sì che sono golosissima). Rimettere il tutto sul fornello a fuoco basso e far bollire piano, girando spesso, finché il tutto non si addensa. Per capire se la marmellata è pronta, prelevarne un cucchiaino, adagiarla su un piattino, far raffreddare bene e saggiarne la consistenza. Non posso dare tempi di cottura precisi perché dipendono ovviamente dalla quantità di frutta, nel mio caso è bastato un quarto d’ora o poco più. A questo punto travasare ancora bollente nei vasetti, coprire con carta forno, chiudere ermeticamente, far raffreddare col vasetto a testa in giù.

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Risultato: solo due barattolini piccoli ed uno medio di marmellata…. ma così buona che non potevo non ringraziare qui Marisa, aggiungendo al mio grazie un sincero abbraccio.

Credo che teoricamente la marmellata appena fatta dovrebbe riposare per un po' di tempo prima di poterla mangiare............ io non ho aspettato più di tre giorni, e non me ne sono pentita.

Una ricetta semplice che forse a qualcuno sarà utile perché non ha a portata di voce una Marisa Sorriso … a questo qualcuno dico di procedere con fiducia, perché il risultato sarà da…..

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… leccarsi i baffi!!!

♥  Un augurio di buon fine estate a chiunque passerà da qui ♥
Anna

domenica 4 agosto 2013

Crocchette di salmone fresco e patate

























Alzi la mano chi in questo periodo ha voglia di cucinare…… io la tengo in grembo, perché il solo pensiero di accendere i fornelli mi fa sudare. Però… c’è sempre un però quando ci sono di mezzo i figli. Ed al pensiero di vedere una figlia mangiare di gusto un piatto a base del tanto odiato pesce, la voglia di cucinare una se la fa venire. E così mi sono armata di ventilatore ed ho deciso non solo di cucinare, ma anche di riprendere in mano questo blog trascuratissimo. Attrezzata di macchina fotografica, senza le luci giuste ma con un ritrovato entusiasmo, ho cercato di fare anche qualche foto decente. Premetto che per questo piatto fatto decine di volte gli ingredienti fino ad oggi erano ad occhio, ed il mio consiglio tutto sommato è di fare altrettanto. Le mie dosi sono solo indicative, in realtà se si desidera una crocchetta che sappia più di salmone che di patate è ovvio che la dose di pesce deve essere almeno pari a quella di patate, mentre io ho scelto una versione più delicata in cui il pesce non prevalga pur essendo ben presente anche come sapore.

Ingredienti per circa 40 crocchette: filetto di salmone senza pelle 400 gr, patate con la buccia 700 gr, un uovo intero e due-tre albumi,  prezzemolo o erba cipollina, sale, pepe, farina di riso** q.b., pangrattato** q.b., abbondante olio per frittura.

** Certificati senza glutine: ho usato farina di riso Pedon e pangrattato Nutri Free.

Procedimento: lessare le patate con tutta la buccia in acqua leggermente salata, farle intiepidire. Cuocere i filetti di salmone a vapore o in una padella antiaderente in poco vino bianco. Sbucciare le patate, passarle nel passapatate, spezzettare bene il salmone controllando che non siano rimaste spine tra la polpa.



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Mettere il tutto in una grande ciotola, aggiungervi un uovo intero sbattuto, sale, pepe, prezzemolo o erba cipollina, fino ad ottenere un bel composto morbido ma sodo col quale sia possibile modellare con le mani delle palline.





















A questo punto dipende da quanto tempo e voglia avete… se è poca, limitatevi a rotolare le palline, che dovranno avere la misura approssimativa di quelle da ping pong, nel pangrattato. Altrimenti, per una crosticina molto molto croccante e sfiziosa, preparate tre piatti: uno con farina di riso, uno con albume leggermente sbattuto, il terzo con pangrattato.




















Rotolate ogni pallina nella farina, poi nell’albume, infine nel pangrattato. Per non ritrovarmi troppo spesso con le mani appiccicose mi aiuto il più possibile con i cucchiai.







































Friggere le palline poco alla volta in olio ben caldo, posarle  su carta assorbente, servirle tiepide e……





















… e poi…


… ovviamente….


…leccarsi bene bene i baffi!


Colgo l’occasione per augurare una felice estate a chiunque passerà di qui Cuore rosso