Si mangia per vivere, non si vive per mangiare

Si mangia per vivere, non si vive per mangiare
Si mangia per vivere, non si vive per mangiare

sabato 23 luglio 2011

Patate alla Svedese ed un gradito premio!

042Ricetta trovata per puro caso su un sito francese, (cercavo tutt'altra cosa), ammirata e modificata a mio uso e consumo come spesso facciamo in cucina.  La ricetta originale, con cottura al forno, la trovate QUI, mentre con questo post mi limito a tradurla dal francese ed a descrivere il metodo di cottura che ho usato, visto che in questo periodo accendere il forno mi è molto, ma molto faticoso. Ho trovato ricette simili su siti italiani dove però si  racconta di patate sbucciate, di pangrattato ed altre differenze che non mi hanno ispirato, mentre dopo averle mangiate una prima volta abbiamo deciso tutti che questa diventerà una delle ricette classiche di casa nostra.
Ingredienti: patate piccole ma sode (eviterei le novelle), magari biologiche visto che si mangia anche la buccia; olio extravergine di oliva,  sale, pepe, foglie di alloro, burro. La blogger francese consiglia anche l’aglio ma ero rimasta senza e non l’ho usato, e neanche ne ho sentito la mancanza Sorriso
Procedimento: molto ben descritto nel sito francese, dove la blogger contrariamente a me ha fatto anche delle belle foto.
Lavare bene le patate e spazzolarle sotto l'acqua corrente. Appoggiarle tra due bastoncini cinesi (vabbeh, così consiglia ed io li avevo in casa, magari a chi non li ha verrà in mente qualcosa di adatto: due penne per esempio, tipo Bic intendo, o qualunque altra cosa che abbia lo spessore giusto) e con un coltello ben affilato tagliare ogni patata a fettine sottili fermando il taglio nel momento in cui il coltello tocca i bastoncini o qualunque altra cosa abbiate usato. A mano libera la cosa è molto più complicata quindi consiglio vivamente di applicare questo trucchetto! Ne verrà fuori una patata tagliata per l'80% circa ma tenuta insieme da una base non tagliata. Tra i tagli effettuati, inserire pezzi di foglie di alloro.
017
Soffriggere le patate intere a fuoco vivace, finché la buccia della base non risulti ben dorata. Girarle e far altrettanto con la parte superiore. A questo punto cospargere abbondantemente di sale e pepe, coprire la padella e far cuocere una decina di minuti, girando ogni tanto le patate e tenendo il fuoco sempre abbastanza vivace.
028
Infine appoggiare su ogni patata un pezzetto di burro, coprire nuovamente e finire di cuocere a fuoco più lento (per controllare la cottura fare la classica prova stecchino). Cospargere ogni tanto le patate con il sugo di cottura che si formerà.
Il tempo di cottura ovviamente dipenderà dalla grandezza delle patate: io ho scelto patate di misura simile per evitare che una parte cuocesse ed un'altra rimanesse cruda o bruciasse.
Coreografiche, originali e soprattutto molto buone.... anzi (tutti in coro!):

D7ZCAXH0HDGCAWDQP1ECAS08PP8CA41RFBUCA2VJ120CAN4HNY7CA171EZLCAF9Y1VHCA524KXACAH3HSR2CAL7A2SXCAR34X1QCA5YW4H0CAA2X62ECA7F6IZJCAEWC2O0CAHX77EGCA100UZ6CA55FFLB

… da leccarsi i baffi!!!


Con altrettanto entusiasmo ringrazio Dada del blog "Una celiaca per caso" per avermi passato questo premio:


Dedicato da Dada a 15 blogger, dovrei per prima regola fare altrettanto ma sono anch'io, come Tinny, di un mostruoso egoismo e me lo tengo tutto per me!!! Scherzi a parte non sono proprio capace di scegliere, i vostri blog per un motivo o per un altro sono tutti degni di ben più di un premio, e preferisco interrompere la catena pur ringraziando tutti, ma proprio tutti i blog che seguo, quelli di cucina e non, per il mondo infinito che mi hanno fatto scoprire.

La seconda regola vuole che io dica sette cose di me.... questo lo faccio, pensando alle parole di un amico di tastiera (un tempo si diceva di penna..) che ritiene il mondo di internet terribilmente ipocrita e stupido, pieno di profili in cui tutti odiano l'ipocrisia e la stupidità, in cui tutti amano animali e natura e sono praticamente perfetti. Qualcosa di vero c'è. Cerchiamo sempre di dare il meglio di noi in questo mondo virtuale, sia nelle nostre pubblicazioni che nel descriverci. Allora lancio una sfida, non a 15 di voi ma a chiunque voglia raccoglierla... parliamo dei nostri difetti in tutta sincerità. Sette, diciassette, settanta, quanti volete.... Io parto dai sette che prevede il regolamento di questo premio:

1. Sono testarda e cocciuta. Tanto, ma davvero tanto. L'unica che mi batte, in famiglia e fuori, è mia figlia Silvia.

2. Sono disordinatissima. Il mio armadio è un campo di battaglia, il mio angolo studio-lavoro un disastro, quando cucino sono la disperazione di mio marito! In compenso sul lavoro sono precisissima, perfezionista  ed ho fama di essere affidabile ed  ultrapignola. Insomma Dottor Jekyll e mister Hyde...

3. Se lo ritengo necessario mento spudoratamente e senza il minimo rimorso.  Un'attrice nata, certe volte mi faccio paura. Ma cosa intendo per necessario me lo tengo per me.......

4. Sono incostante. Intraprendo mille cose che poi lascio a metà, ho mille passioni che poi abbandono. 

5. Non mi sento mai all'altezza delle situazioni e per questo motivo le vivo spesso con ansia.

6. Prendo mille impegni senza essere poi in grado di assolverli come vorrei e sentendomi quindi perennemente in colpa per qualcosa.

7. Sono un po' snob...... troppo selettiva nelle mie amicizie che sono sempre state poche anche se vere.

8. Sono permalosa. Tanto.

9. Se una persona mi sta sulle scatole non sono capace di non farglielo capire. Diplomazia zero, il che in questo mondo non è proprio una comodità.

10. Lo so che il regolamente dice sette, ma sono una perfezionista antipatichina, e mi piacciono i numeri tondi, quindi arrivo a dieci.

Cavolo però, è più facile raccontare il meglio di sè che il peggio.....

vabbeh, decimo: ho sempre meno sogni e sempre più rimpianti, e da qualche parte ho letto che quando succede... sei diventato vecchio!!  Forse però questo non è un difetto, dipende solo dall’età (ma che tristezza..)… la quale età tuttavia non mi ha reso più giudiziosa o meno impulsiva, tanto per gradire e rendermi la vita più complicata Sorriso

E in questo sabato di solitudine estrema (figlie a giro e marito ad una cena di lavoro, situazione che ogni tanto mi fa stare TROPPO bene...) auguro una felice domenica a chiunque mi leggerà!

mercoledì 20 luglio 2011

Mousse au chocolat

044
Ho passato due settimane in Francia, all’inizio di questo mese. Normandia e Bretagna, per la precisione. Adoro il francese, ascoltarlo, parlarlo, leggerlo, e l’esperienza di Bed and Breakfast (chambres d’hôtes le chiamano loro) è stata molto più bella del previsto. Entusiasmante, oserei dire, e pensate che ho cambiato letto ogni sera, senza aver prenotato neanche una stanza, decidendo giorno per giorno dove arrivare e cercando sulla guida, in base al posto ed al costo, a chi telefonare per “réserver”. In questo mi ha aiutata molto saper parlare bene il francese, anche se non lo parlavo da tanto ed ero un po’ arrugginita. Me la sono cavata comunque alla grande, tanto che mi hanno chiesto più volte se sono “professeur de français”; ogni volta ho raccontato della mia infanzia e del mio amore per il francese, serviva un po’ anche a rompere il ghiaccio, dopo di ché era più semplice chiedere informazioni sui luoghi, sulle usanze, su qualunque cosa. Tra le tante cose, ma sì, è ovvio, le ricette!

Che sono golosa, è ormai risaputo. Che adoro i dolci al cucchiaio, pure. Ed anche che ho passato la mia infanzia in Svizzera francese, in un paesino dove la brezza portava con sé il profumo di cioccolato della fabbrica dove molti miei parenti lavoravano…. così sono cresciuta a pane e cioccolato, per scoprire solo molti anni dopo che il pane mi faceva male, ma il cioccolato no…. ed è rimasto una mia grande, grande passione.
Una delle cose che abbiamo mangiato praticamente ogni sera, in ogni locale di qualunque genere, è stata la “mousse au chocolat”. La faccio da anni e la ritenevo perfetta….. ma quella mangiata là, fin dalla prima sera a Rouen, mi ha aperto le porte del paradiso! Per cui non mi sono data pace finché non ho capito cosa aveva di diverso dalla mia. L’ho scoperto parlando con le persone, e poi dopo il mio rientro a casa, leggendo in qua e là tra i siti francesi di cucina.
024

La grande differenza sta nel fatto che io ci mettevo lo zucchero, e loro no. A loro parere un buon cioccolato fondente ne contiene abbastanza da non dover aggiungerne altro, per non fargli prendere il sopravvento e per esaltare il sapore del cioccolato.
E quanta ragione hanno, i francesi, parbleu!
        026
La voglia di cucinare in questo periodo è quasi zero. Lo dimostra la mia latitanza su questo blog…. i motivi sono tanti e non è questo il luogo dove parlarne, ma insomma, per la mousse la voglia mi è venuta e la scorsa settimana, unendo consigli ricevuti e dosi trovate sui siti francesi, sono riuscita a ritrovare il sapore e la consistenza della mousse mangiata nel Nord della Francia.
Ed ecco la ricetta:
Ingredienti:  250 gr di cioccolato fondente dal 50 al 70 % (io ho usato quello Esselunga Svizzero al 50%), 100 ml di panna densa (ho usato quella da cucina e non quella da montare), 4 uova.
Procedimento: mettere in una scodella il cioccolato a pezzi e farlo sciogliere a bagnomaria. Aggiungere la panna e mescolare bene, lasciando la scodella a bagnomaria a fornello spento.
Separare i tuorli dagli albumi e montare questi ultimi a neve ben ferma. Togliere il cioccolato dal bagnomaria, e versarvi uno ad uno i tuorli mescolando velocemente ed aspettando che ogni tuorlo sia ben assorbito prima di aggiungere il successivo. Infine inglobare delicatamente gli albumi montati a neve,  senza farli smontare. Versare la mousse, che sarà piuttosto morbida, in coppette individuali e mettere in frigo per almeno due ore. Guarnire con panna montata e scagliette di cioccolato e……..

4UUCAENC7HPCADUSHUHCA14IRIFCAKD8VZWCAWSQHY8CA373U9QCAK8T55VCAOUVDVFCA2DJ3TLCAUJKMA1CAPCD523CAV9K4YQCAJB4BUTCAU71X8QCACQT49CCAI27K37CAUU0UA2CAOMURMACA7X7ROU
…  se lècher les babines!!!





Con questa ricetta partecipo al goduriosissimo contest di Alice, de "La cucina di Esme"