Si mangia per vivere, non si vive per mangiare

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mercoledì 28 agosto 2013

Marmellata di more



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Questo post, più che la descrizione di una ricetta, vuol essere un ringraziamento ed un piccolo omaggio a Marisa, una bella signora che da molti anni ogni estate prepara una buona marmellata con le more colte di persona. E’ infatti a lei che mi sono rivolta quando ho avuto la fortuna di ritrovarmi una quantità tale di more da desiderare, anziché mangiarle, di farne marmellata. Ho fatto molte marmellate nella mia vita, ma mai di more, e mi servivano consigli.

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Forse le informazioni che mi ha dato Marisa su come procedere avrei potuto trovarle in internet, ma avevo motivo di credere, ed i fatti mi hanno dato ragione, che con la sua guida sarei riuscita a fare una marmellata perfetta.

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(notare il piccolo ospite in alto a sinistra... le gioie della campagna!)

Da qualche mese abito in un paesino dell’entroterra pisano, dove basta fare pochi metri a piedi per ritrovarsi nel verde, a ridosso di un basso monte dove facilmente si trovano piantine di aglio selvatico, rovi di more, fichi e molto altro. Pochi giorni fa nel corso di una lunga passeggiata mi sono ritrovata a cogliere a piene mani more mature al punto giusto, e dopo la telefonata a Marisa mi sono messa all’opera per farne una delizia da assaggiare in quei mesi in cui le passeggiate nel verde saranno un po’ più complicate da fare rispetto ad oggi, e sentirò un po’ la nostalgia dei profumi che offre questo posto sotto il sole.

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La ricetta:
Ingredienti: more e zucchero. La quantità di zucchero viene decisa dopo il primo procedimento.
Primo procedimento: mettere in una pentola le more ben lavate e farle cuocere a fuoco lento finché non si disgregheranno un po’. Farle intiepidire, poi passarle nel passaverdure usando il colino più stretto, in modo che i semi dei frutti non passino. Lavorare finché dai semi non uscirà più neanche una goccia di succo e polpa. E’ la fase più noiosa ma anche la più importante, e ridurrà a circa la metà il peso iniziale delle more.

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Secondo procedimento: pesare le more passate, rimetterle nella pentola ed aggiungere metà dose di zucchero rispetto al peso delle more. Le mie more passate pesavano 400 grammi, quindi ho aggiunto 200 gr di zucchero. (Piccola parentesi: a me le marmellate non piacciono molto dolci, tanto che qualunque frutta io usi tendo a mettere circa la metà di zucchero rispetto al peso della frutta, niente vieta ovviamente che se ne usi di più, le ricette tradizionali parlano di uguale quantità di frutta e zucchero…. a me sembra davvero troppo, e sì che sono golosissima). Rimettere il tutto sul fornello a fuoco basso e far bollire piano, girando spesso, finché il tutto non si addensa. Per capire se la marmellata è pronta, prelevarne un cucchiaino, adagiarla su un piattino, far raffreddare bene e saggiarne la consistenza. Non posso dare tempi di cottura precisi perché dipendono ovviamente dalla quantità di frutta, nel mio caso è bastato un quarto d’ora o poco più. A questo punto travasare ancora bollente nei vasetti, coprire con carta forno, chiudere ermeticamente, far raffreddare col vasetto a testa in giù.

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Risultato: solo due barattolini piccoli ed uno medio di marmellata…. ma così buona che non potevo non ringraziare qui Marisa, aggiungendo al mio grazie un sincero abbraccio.

Credo che teoricamente la marmellata appena fatta dovrebbe riposare per un po' di tempo prima di poterla mangiare............ io non ho aspettato più di tre giorni, e non me ne sono pentita.

Una ricetta semplice che forse a qualcuno sarà utile perché non ha a portata di voce una Marisa Sorriso … a questo qualcuno dico di procedere con fiducia, perché il risultato sarà da…..

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… leccarsi i baffi!!!

♥  Un augurio di buon fine estate a chiunque passerà da qui ♥
Anna

domenica 4 agosto 2013

Crocchette di salmone fresco e patate

























Alzi la mano chi in questo periodo ha voglia di cucinare…… io la tengo in grembo, perché il solo pensiero di accendere i fornelli mi fa sudare. Però… c’è sempre un però quando ci sono di mezzo i figli. Ed al pensiero di vedere una figlia mangiare di gusto un piatto a base del tanto odiato pesce, la voglia di cucinare una se la fa venire. E così mi sono armata di ventilatore ed ho deciso non solo di cucinare, ma anche di riprendere in mano questo blog trascuratissimo. Attrezzata di macchina fotografica, senza le luci giuste ma con un ritrovato entusiasmo, ho cercato di fare anche qualche foto decente. Premetto che per questo piatto fatto decine di volte gli ingredienti fino ad oggi erano ad occhio, ed il mio consiglio tutto sommato è di fare altrettanto. Le mie dosi sono solo indicative, in realtà se si desidera una crocchetta che sappia più di salmone che di patate è ovvio che la dose di pesce deve essere almeno pari a quella di patate, mentre io ho scelto una versione più delicata in cui il pesce non prevalga pur essendo ben presente anche come sapore.

Ingredienti per circa 40 crocchette: filetto di salmone senza pelle 400 gr, patate con la buccia 700 gr, un uovo intero e due-tre albumi,  prezzemolo o erba cipollina, sale, pepe, farina di riso** q.b., pangrattato** q.b., abbondante olio per frittura.

** Certificati senza glutine: ho usato farina di riso Pedon e pangrattato Nutri Free.

Procedimento: lessare le patate con tutta la buccia in acqua leggermente salata, farle intiepidire. Cuocere i filetti di salmone a vapore o in una padella antiaderente in poco vino bianco. Sbucciare le patate, passarle nel passapatate, spezzettare bene il salmone controllando che non siano rimaste spine tra la polpa.



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Mettere il tutto in una grande ciotola, aggiungervi un uovo intero sbattuto, sale, pepe, prezzemolo o erba cipollina, fino ad ottenere un bel composto morbido ma sodo col quale sia possibile modellare con le mani delle palline.





















A questo punto dipende da quanto tempo e voglia avete… se è poca, limitatevi a rotolare le palline, che dovranno avere la misura approssimativa di quelle da ping pong, nel pangrattato. Altrimenti, per una crosticina molto molto croccante e sfiziosa, preparate tre piatti: uno con farina di riso, uno con albume leggermente sbattuto, il terzo con pangrattato.




















Rotolate ogni pallina nella farina, poi nell’albume, infine nel pangrattato. Per non ritrovarmi troppo spesso con le mani appiccicose mi aiuto il più possibile con i cucchiai.







































Friggere le palline poco alla volta in olio ben caldo, posarle  su carta assorbente, servirle tiepide e……





















… e poi…


… ovviamente….


…leccarsi bene bene i baffi!


Colgo l’occasione per augurare una felice estate a chiunque passerà di qui Cuore rosso