Mi presento (a seguire, le mie ricette)
La scoperta della celiachia da adulti
La mia esperienza è molto simile
a quella di Anna, che mi ospita (ma non è per questo che mi sono legata a lei
così tanto: Anna è una persona adorabile, buona, sorprendentemente disponibile,
cui non si può non affezionarsi). Ho iniziato a sognare di fare il medico da
bambina, innamorata del cuore sin dai tempi delle elementari. Sarà stato per
l’esperienza familiare del contatto diretto con questo genere di patologie, ma la
scelta della professione che ora svolgo (il cardiologo) è diventata poi
decisiva. Una scelta che, sebbene spesso, nei lunghi ed estenuanti turni e
nell’approccio a situazioni gravi e pericolose, mi porti a maledirmi, compirei
ancora mille volte, se dovessi tornare indietro. Perché per me è il lavoro più
bello del mondo.
Da quando ero bambina ho sempre
curiosato intorno alla mia mamma, intenta ai fornelli, e mi sono appassionata
alla cucina anche leggendo libri di cucina, iniziando a seguire le trasmissioni
televisive che ora affollano i palinsesti.
Ho sempre considerato la passione
per la cucina come un atto d’amore per me stessa e per le persone che amo, un
modo per prendermi cura di chi ho accanto e per coccolarlo. La cucina è cura,
attenzione, sensibilità, rispetto. E se lo è per persone che non hanno
problemi, figuriamoci per chi deve confrontarsi con una patologia come la
nostra.
Ho vissuto questi ultimi anni
perfezionando Pan di Spagna, frolle, impasti per pizze, riprovando le paste
fatte in casa imparate dalla nonna… ignara che tutto ciò che imparavo con
soddisfazione infinita, di lì a poco, non mi sarebbe servito più!
Da tanti anni attribuivo allo
stress per lo studio, prima (sin dai tempi del liceo), e per il lavoro, poi,
una serie di fastidi che non ho mai approfondito. Il colon irritabile, il
gonfiore addominale perenne, le afte, tante, terribili, anche a due/tre insieme;
e soprattutto un’anemia da carenza di ferro che mi porto avanti dall’infanzia.
Si sa, lo stress è la spiegazione più comoda e rapida per qualsiasi cosa. Ma la
sfortuna di dover cambiare per ragioni di lavoro tante città, e quindi tanti
medici (già: anche noi medici, se abbiamo un problema, ci rivolgiamo al medico
curante!), mi ha portato alla mia non semplice diagnosi. Lamentandomi col mio medico
di base (che è proprio un gastroenterologo) delle afte e dei miei disturbi
ricorrenti, mi sono vista consegnare in risposta una richiesta per il dosaggio
degli anticorpi anti-transglutaminasi e tutto il corredo degli esami da fare
per la diagnosi di – appunto – celiachia. Un boccone amaro, ma affrontato con
la presuntuosa certezza di chi crede di non esserne affetto. E invece, dal
referto, la sorpresa e la complicazione: deficit assoluto di IgA che, a fronte
di un’apparente negatività dei marker “standard”, come molti compagni di celiachia
senz’altro sapranno, è presente nel 25% dei celiaci. Si sono quindi resi
necessari ulteriori approfondimenti, che hanno dato risposte controverse,
apparentemente negative, fino alla temuta gastroscopia finale, che ha dissipato
i dubbi: positiva. Celiaca.
Il primo periodo è stato il meno
difficile da affrontare, perché la novità della situazione rendeva meglio
tollerabile tutto. Il passare dei mesi, poi, ha messo a nudo il vero disagio e
la sofferenza legata alla diversità,
a tavola con gli altri, la privazione,
davanti al profumo del pane, alla difficoltà
dell’obbligo di portare sempre con sé uno snack per eventuali attacchi di
fame quando si è fuori casa. Per chi ama cucinare come me, questa nuova
condizione ha svelato la frustrazione che le ricette ora non funzionano più: le farine senza glutine non si possono sostituire a quelle normali. Le torte,
le pizze, i biscotti, non riescono
più.
Curiosando in rete per trovare
qualche soluzione a questo problema ho scoperto il blog di Anna, che mi ha
conquistata per la sua semplicità di approccio, per l’ottimismo, per la voglia
di trasmettere utili e preziosi insegnamenti, ma sempre senza presunzione. La
missione di Anna è quella di facilitare la vita a chi scopre di essere affetto
da questa malattia; di insegnargli che i sapori buoni e le consistenze
invitanti si possono riprodurre anche senza l’aiuto del glutine; che si può
capovolgere la demoralizzazione in fantasia, inventiva, originalità.
Le sue ricette funzionano! Tutte quelle che ho provato
danno nuova linfa all’entusiasmo per la cucina, spento dalle difficoltà degli
ingredienti senza glutine.
Mi sono timidamente affacciata
già una volta nel blog di Anna, partecipando ad una delle iniziative delle Rifatte senza glutine, con la Cheesecake ai limoni; ho poi deciso di
smetterla di piangermi addosso e di rimboccarmi anch’io le maniche per dare un
nuovo senso a questa revisione delle
mie abitudini alimentari. Spero in questo modo di rendere giustizia al lavoro
continuo di Anna e degli altri gluten-free
blogger in cui mi sono imbattuta in questi mesi: ringrazio in particolare La Gaia celiaca, cui ho copiato le
meravigliose ricette del Banana bread
e dei Pancakes, che ho proposto in un
brunch gluten-free tenuto in casa mia per amici non celiaci, e che sono
riuscite alla perfezione; e ringrazio Felix e Cappera di Uncuoredifarinasenzaglutine, che propongono tantissime ricette che
leggo continuamente con l’acquolina in bocca.
Ora Anna mi consente di entrare
in questo mondo in maniera più attiva. Non
si è mai all’altezza, come diceva un mio severissimo (ma bravissimo)
insegnante, ma se il mio contributo potrà essere di aiuto a qualche curioso,
disorientato, volenteroso celiaco, o sarà perfezionato dall’esperienza di chi è
più bravo di me, bene: ne sarò felice!
E il mondo della celiachia sarà
più tollerabile per tutti.
Le mie ricette
Dolci
Che bello questo post, Gianna mi sono ritrovata in tante cose che hai scritto. Un abbraccio
RispondiEliminaGrazie. L'obiettivo di queste pagine, credo, e di quelle di simili blog, è proprio quello di poter condividere le proprie esperienze: quelle positive, perché dalla condivisione si possa crescere insieme; quelle spiacevoli, per rafforzarsi nella consapevolezza che non si è soli e che si può far tesoro di esperienze simili perché la condizione di celiaco sia più "leggera" e tollerabile.
EliminaHai scritto bene: la novità della situazione all'inizio rende tutto più sopportabile, ma poi arriva la vera consapevolezza e qui inizia il momento di sconforto che, almeno per me, ogni tanto si riaffaccia... sarà che fra poco "compio un anno"... Beh, ironizziamoci su: quando faccio un anno sono ancora una bebé!! Dai e benvenuta... di nuovo!!!
RispondiEliminaIo un anno l'ho compiuto da un paio di mesi... anche se di anni ne ho 34. Bizzarra la vita, eh?
EliminaUn abbraccio!
Bellissimo questo post dove mi sono ritrovata tantissimo, perché dopo il primo momento di sconforto ho capito anche io che dovevo darmi da fare. E sono felice che l'esperienza di alcuni di noi abbia dato la possibilità a chi è celiaco come noi, di capire che anche se ci sono difficoltà e momenti di abbattimento, si può e si deve mangiare bene! E, prendendo a prestito una frase di Garofalo, voglio gridare "IL GUSTO E' UN DIRITTO" e io aggiungo DI TUUTI!
RispondiEliminaVerissimo, il gusto è di tutti. Tanti si rifiutano di privarsi delle sigarette: noi dobbiamo privarci DEL PANE!!! "Si sopravvive ugualmente" è una frase da non celiaci. Solo noi sappiamo davvero cosa voglia dire.
RispondiEliminaSolo noi possiamo capire quanto sia importante riuscire a vincere la sfida di ricreare sapori, profumi, consistenze. Non dobbiamo rinunciare mai.
Anche io mi ritrovo terribilmente nel tuo post. Sono stata una ragazza sempre allegra ma forse un po'lagnosetta che ha sempre pensato di essere stressata, ipocondriaca e un po' fissata. In più, cicciottella e con una buona funzione gastroenterica, ho fuorviato per una trentina d'anni anche i medici più volenterosi!
RispondiEliminaLa risposta strepitosa del mio fisico all'assenza di glutine è il mio punto di forza per affrontare tutto quello che voi ben sapete e che non è certo una passeggiata! Ed è una vera fortuna poter usufruire delle ricette delle nostre cuoche e consigliere che fanno parte integrante del mio "Well being" esattamente come il gluten free!
Grazie, Gaia. La vita del celiaco è semplice solo dentro le mura di casa. Fuori, dobbiamo fare i conti con fragilità e tentazioni, ottusità e diffidenza. Bisogna essere molto forti...
RispondiEliminaTi abbraccio.
Questa tua presentazione è perfetta, "genuina" e "dolce" come sei tu.
RispondiEliminaLe tue ricette sono utili anche a chi come me deve imparare a cucinare gluten free, per accogliere alla propria tavola una cara e amata nuora
Grazie Gianna, ti seguirò costantemente. Tu sai quanto ho bisogno di imparare; con i tuoi step si può
Con affetto, tua suocera
Grazie anch io sono una suocera e cucino senza glutine per la mia carissima nuora e faccio tante cosine buonissime
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